Recensione Stiga A1500, il robot tagliaerba senza filo made in Italy (2024)

Recensione Stiga A1500, il robot tagliaerba senza filo made in Italy (1)

Sviluppato e prodotto a Castelfranco Veneto, lo Stiga A1500 e la proposta italiana nel campo dei robot tagliaerba che non necessitano di filo perimetrale. Tra i vantaggi il piano 4G integrato gratuito e il “cloud” italiano.

diRoberto Pezzali-03/07/2024 14:180

Chi ha installato in questi anni un robot da giardino con filo perimetrale che funziona come recinto “magnetico” per impedire al robot di uscire dalla sua zona di lavoro, è consapevole di quale sia il problema più grande di questa soluzione: ogni primavera, quando il robot deve tornare al lavoro, la sua operatività potrebbe essere bloccata perché il cavo perimetrale da qualche parte si è interrotto.

Capita se si fanno lavori di manutenzione, come l’arieggiatura del prato, capita se il filo installato negli scorsi anni è stato ricoperto da un sottile strato di terra ed è praticamente invisibile: un colpo di badile per piantare una pianta e il robot è fermo. I robot con il cavo perimetrale hanno ormai vita breve, e nonostante siano ancora una soluzione imbattibile nel rapporto qualità prezzo per i piccoli giardini, se la superficie inizia ad essere impegnativa, oltre i 300 metri quadrati, è meglio guardare a soluzioni più moderne.

Lo scorso anno abbiamo provato uno dei primi robot senza filo perimetrale, il Navimow H1500e, realizzato da una succursale della più nota Segway, mentre in questi mesi abbiamo affidato il prato ad un prodotto made in Italy, progettato e costruito da Stiga nel suo stabilimento di Castelfranco Veneto.

Il principio di funzionamento è esattamente lo stesso, ovvero il Real Time Kinematics GPS, ma Stiga ha fatto qualcosa in più: da una parte è riuscita a evitare di installare una antenna esterna, l’antenna GPS è integrata nella base di ricarica (ma si può comunque spostare), e dall’altra è riuscita a risolvere una problematica comune a tutti i sistemi basati su RTK GPS, ovvero la visibilità del cielo non sempre perfetta in un giardino dove ci sono necessariamente gli alberi.

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Lo ha fatto con un suo brevetto che viene chiamato AGS, Active Guidance System, che tiene memorizzata nel robot una mappa, aggiornata ad ogni taglio, con la posizione dei satelliti nel cielo. Questo permette al robot di ottimizzare il suo percorso di taglio cercando di restare sempre in una zona di visibilità: quando il robot passa sotto un albero fitto potrebbe non avere copertura GPS se il satellite è esattamente sopra l’albero, ma potrebbe averla se invece il satellite è leggermente spostato. Grazie all’AGS cercherà di passare sotto l’albero per il taglio quando c’è un satellite che può coprire la zona, assicurando la precisione che ci si aspetta da un robot simile.

La versione da noi provata è la A1500, ma come vedremo cambia ben poco con gli altri modelli, e questo ci porterà nelle conclusioni a far sorgere anche qualche interrogativo sul prezzo: la A1500 è pensata per tagliare fino a 1500 metri quadrati di prato e viene venduta a 2.999,00€ mentre la A300, apparentemente identica, capacità della batteria a parte, viene venduta a 1199 euro.

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Facilissimo da installare, bastano pochi minuti

L’installazione del robot tagliaerba, a patto di seguire le istruzioni, è davvero semplice: basta posizionare la base in una zona ben esposta, fissarla con le viti al terreno e collegare l’unico filo presente, quello di alimentazione.

Rispetto ad altre soluzioni basate sullo stesso sistema di navigazione l’antenna GPS è integrata nella base, anche se in situazioni di emergenza è possibile estrarla per agganciarla al muro.

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Ricordiamo infatti che il sistema di navigazione RTK GPS ha bisogno per funzionare di due antenne GPS, una fissa, quella inserita nella base, e una invece mobile che è l’antenna inserita all’interno del robot.

Oggi l’accuratezza del GPS viene falsata dal viaggio che il segnale compie per 20.000 km attraverso ionosfera e atmosfera: RTK usa due antenne GPS che ricevono lo stesso identico segnale e l’antenna fissa, proprio perché non si muove, può inviare alla seconda antenna le informazioni per eliminare gli errori di posizione. Questo porta ad avere una precisione di poche centimetri.

Per funzionare è fondamentale quindi che l’antenna nella stazione abbia piena visibilità del cielo, e bisogna evitare di posizionarlo nei pressi di muri alti oppure sotto gli alberi.

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La base integra anche un modem 4G che dispone di eSim integrata pagata da Stiga per tutta la vita del robot, altro punto di vantaggio rispetto a soluzioni, come quella di Navimow, che chiedono circa 40 euro all’anno per il piano dati.

Il robot è ben costruito, apparentemente un po’ leggerino (vedremo che non è un problema, anzi) ma comunque stagno e con plastiche di notevole spessore. Nessun problema ovviamente per l’acqua, in queste settimane ne ha presa tantissima e non ha battuto ciglio.

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Non c’è un pannello LCD, sotto lo sportello trovano spazio solo alcuni tasti di base, alcune indicazioni luminose oltre al segnale di carica della batteria. Tutte le regolazioni devono essere fatte da app, che serve anche per l’installazione iniziale. Attenzione a posizionare la piccola chiave magnetica nel "foro": senza non si accende.

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Dell’app Stiga Go abbiamo apprezzato la procedura di installazione iniziale guidata passo passo, pochi minuti che aiutano subito a capire se la base è posizionata correttamente e se ci sono problemi di ricezione.

La fase successiva è la definizione dell’area da tagliare: non essendoci un filo perimetrale a fare da contorno deve essere l’utente, con un piccolo joystick a schermo, a far percorrere al robot i confini.

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Questa è stata forse l’unica fase dove non siamo stati del tutto soddisfatti: memori della fase di installazione del Robomow, dove era possibile con precisione davvero millimetrica definire il confine, pensavamo di trovare la stessa precisone nello Stiga A1500 e invece è anche difficile, con il joystick a schermo, riuscire a fargli tracciare una linea dritta.

Stiga ci ha detto che stanno lavorando ad una nuova versione della grafica dell’app, soprattutto del joystick che permetterà maggiore precisione, ma ad oggi se si vuole fare un contorno di un’aiuola precisa o tirare un bordo netto non sarà facile, si deve provare e riprovare più volte. L'aggiornamento è previsto per luglio.

Non è possibile nemmeno regolare la velocità di movimento, cosa che poteva essere utile per aumentare la precisione.

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Questo potrebbe non essere un problema per molte persone: chi compra un robot tagliaerba di questo tipo solitamente lo fa per togliersi l’onere di tagliare a mano il prato, e su una superficie di oltre 1000 metri quadrati si cerca il risultato più che la precisone sui bordi e sulle aiuole.

Tuttavia questo software è pensato per dimensioni scalabili di giardino, e chi prende il modello A300 o A500 potrebbe voler gestire i bordi di un vialetto, oppure più zone con diversi ostacoli. Il sistema di tracciamento del bordo poco preciso non sempre aiuta.

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Disegnata la zona, o le zone perché il sistema ne gestisce un numero variabile a seconda del modello del robot, si può procedere con le varie configurazioni che prevedono la creazione di passaggi di trasferimento per far passare il robot da una zona all’altra, di barriere virtuali per evitare che vada dove non deve andare e di zone da evitare che possono essere definitive o anche solo temporanee, utile ad esempio se d’estate si posiziona nel giardino una piscina esterna e non si vuole rivedere interamente la mappa.

Le opzioni per l’utente sono davvero tante: si può decidere come tagliare, se solo con passate orizzontali o verticali, tipo scansione, oppure se con passaggi incrociati ortogonali oppure, se proprio si vuole un risultato perfetto, con una griglia incrociata che prevede anche passaggi diagonali. Si può gestire l’altezza del taglio per le diverse zone, e c’è un sensore pioggia con tre livelli di sensibilità per evitare il taglio in determinate giornate.

Non manca tutto il sistema di programmazione, anche se dall’app si può gestire tutto anche in manuale. Il sistema antifurto prevede l’invio di una notifica se il robot viene allontanato dalla base e le notifiche arrivano anche nel caso in cui più volte venga urtato un ostacolo.

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Nonostante l’app sia completa sull'operatività, mancano un po’ di cose: non c’è ad esempio uno storico dei tagli, ma soprattutto non c’è modo di vedere per ogni taglio, un po’ come succede con i robot per la pulizia della casa, una mappa del giardino con in sovrimpressione il percorso di taglio fatto. Sarebbe utile, soprattutto nei giardini grandi, per capire dove si può andare ad ottimizzare. Ci viene detto da Stiga che stanno lavorando per integrare queste funzioni.

Silenzioso e buon taglio, la leggerezza aiuta

Il robot adotta un piatto da 18 cm di diametro centrale con quattro lame flottanti. Il piatto centrale può essere regolato elettricamente per una altezza di taglio variabile dai 2 ai 6 cm, quindi più che adeguata ad ogni necessità. La sua posizione ovviamente non facilita il taglio di bordi, soprattutto a ridosso di muretti bassi: resta sempre quel 10/15 cm di erba non tagliata da finire a mano.

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Non che cambi molto però rispetto ad altri robot: nessun modello permette davvero di arrivare con la lama vicino al bordo.

Nel caso di sentieri a filo si può rischiare di andare con le ruote sul sentiero azzardando un taglio, tuttavia vista la difficoltà nel tracciare un percorso precisissimo crediamo che sia meglio rifinire tutto con un tagliabordi una volta ogni 15 giorni.

Il taglio è silenziosissimo, e decisamente efficace nella modalità a griglia: non restano zone scoperte e anche in alcuni passaggi senza copertura ottimale, come la zona sotto un ampio acero, il robot è andato avanti a tagliare senza mai fermarsi.

Inizialmente abbiamo pensato che il peso dimezzato rispetto ad altre soluzioni potesse essere indice di troppa economia nella costruzione, in realtà il fatto di essere leggero, quasi 7 kg, e con il peso della batteria posizionato tra le due ruote motrici posteriori aiuta tantissimo a muoversi anche su terreni un po’ sconnessi e soprattutto su terreno un po’ fangoso dopo abbondante pioggia.

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Nel punto dove il Gardena Sileno che usiamo abitualmente ogni tanto fatica un po’, il terreno sconnesso porta la scocca ad incastrarsi e il robot risulta “sollevato” lo Stiga è passato più volte indenne senza alcuna fatica. Secondo l’azienda le ruote con ottimo grip e la leggerezza permettono anche di salire su pendii molto ripidi, ma ci siamo limitati ad un bordo inclinato di circa 20° che viene gestito senza alcun problema.

Funziona bene, ma il prezzo un po’ furbetto è fastidioso

Il tagliaerba autonomo Stiga è buonissimo prodotto, e nella sua versione A300 crediamo che abbia anche un prezzo eccellente, 1199 euro. Un prodotto capace di coprire 300 metri quadrati a filo costa un po’ meno, ma avere una navigazione GPS permette di ottimizzare il percorso di taglio, che non è casuale, risparmiando tempo, lame, batteria e soprattutto con un risultato migliore.

La gestione dei prezzi della famiglia, che parte appunto dall’A300 e arriva all’A10000 è tuttavia fastidiosa, perché se i modelli formalmente sono 9 di fatto ci troviamo davanti a due differenti modelli che differiscono solo in alcune funzioni software e nella capacità della batteria.

Se prendiamo ad esempio l’A300, che viene venduto a 1.199 euro e l’A1500, che viene venduto a 2.999 euro, la differenza sta solo nella batteria al litio che in un caso è da 2 Ah mentre nell’altro da 5 Ah, perché ovviamente l’area da tagliare è più ampia. Stesso motore, stesse lame, stesso sistema, stesse dimensioni e peso, nessuna differenza se non appunto la batteria e qualche funzione software che sembra essere stata tolta proprio per andare a giustificare un prezzo che è quasi il triplo.

Non si può neppure dire che “la batteria costa”, perché il pacco batteria da 5Ah originale Stiga dell’A1500 viene venduto online a 150 euro circa e per cambiarlo basta svitare 4 viti.

Insomma, sembra che i prezzi a salire, A300 - 1199 euro, A500 - 1.699 euro, A750 - 1.999 euro, A1000 - 2.499 e A1500 - 2.999 siano studiati in modo antipatico a tavolino, un po’ come se il prezzo che viene chiesto di pagare sia legato a quanto si pagherebbe un giardiniere che taglia la stessa area di prato.

A300 e A500 hanno addirittura la stessa identica batteria, e i 500 euro di differenza stanno nel fatto che uno supporta 2 zone di taglio e uno 3 zone. Stiga ci dice che il software dell'A1500è più sofisticato perché dotato di molte più features pensate per aree più grandi e complesse, può infatti gestire fino a 10 zone di taglio diverse rispetto alle sole 2 dell’A300 e che l'altezza di taglio dell’A1500 è aggiornabile in modo intelligente dal device, mentre questo non è possibile con il modello A300, ma è evidente che si tratta dello stesso software con alcune funzioni spente in base al modello.

Insomma, un prodotto ben riuscito dal punto di vista meccanico e operativo che necessita ancora di qualche ritocco alla piattaforma software, completa per alcuni aspetti e incompleta per altri.

La navigazione tramite joystick è interamente da rivedere, e da manuale sembra che esista anche una soluzione per usare un accessorio “trolley” per spingere il robot lungo il percorso senza doverlo guidare con l’interfaccia a schermo. Non è in dotazione, è opzionale.

Crediamo che il modello più piccolo sia in assoluto un best buy per il rapporto qualità prezzo, sui modelli più grandi, come abbiamo scritto, bisogna pensare che fanno comunque bene il loro lavoro senza soffermarsi sul fatto che forse si sta pagando non tanto il prodotto quanto il tempo che si risparmia.

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